Image for La mappa dei lavori

Dopo il sopralluogo dell'altro giorno, Lucia ed io sentivamo l'urgente necessità di capire quali fossero i primi lavori da affrontare. Così, armati di caffè e bloc-notes, ci lanciammo in un brainstorming per definire le priorità.

"Prima di tutto," dissi, spiegando una grande mappa del terreno con gli edifici e gli annessi sul tavolo, "dobbiamo capire la gravità delle crepe nelle fondamenta."

Presi un pacchetto di post-it colorati, scrissi "preventivo verifica fondazioni" e attaccai il foglietto sopra alla casa.

Lucia annuì. "E poi c'è la questione delle vespe e delle piante che ostruiscono gli ingressi. Non possiamo nemmeno entrare in casa tante sono grosse!"

Disse aggiungendo altri tre post-it: "Eliminare nidi di vespe. Tagliare gli ailanti. Tagliare i fichi. So che qualcuno non sarà d'accordo, ma -ahimè- è necessario."

Iniziammo a scrivere sui post-it le varie mansioni. "Pulizia generale," aggiunse attaccando il post-it sulla casa principale disegnata sulla mappa. "Almeno per poter camminare senza inciampare in qualcosa ogni due passi."

"Giusto," concordai, "e non dimentichiamoci di tagliare l'erba nell'aia e nel prato. È così alta che potrebbe nascondere un piccolo esercito."

Mentre continuavamo, il tavolo si riempiva di post-it colorati, ognuno rappresentante una piccola battaglia da vincere nella guerra di ristrutturazione che ci attendeva. "E la stalla," aggiunse Lucia, "anche lì serve una bella pulita."

Guardammo la mappa, ora quasi completamente coperta di note. "Alcuni di questi lavori... forse è meglio se facciamo finta di non vederli per ora," dissi, cercando di mantenere leggero il tono. "Altrimenti, come hai detto, diventiamo matti."

"Esatto," rispose Lucia, sorridendo. "E poi, ci serviranno un sacco di attrezzi e qualche accessorio per lavorare in sicurezza. E le scarpe antinfortunistiche, non voglio che tu ti faccia male."

Ora avevamo le idee ora un po' più chiare. Nonostante tutto, c'era un senso di possibilità che aleggiava nell'aria, misto all'odore di caffè e alla promessa di un nuovo inizio. "Bene," dissi, "ora che abbiamo un piano, possiamo iniziare a guardare tutto con occhio clinico."

"Sì," rispose Lucia, "e chissà, magari sotto tutto questo disordine, troveremo la casa dei nostri sogni."