Oggi ho rimosso masserizie e liberato finestre lasciando filtrare un filo di luce in stanze che non ne vedevano da anni. Ma mi sono anche goduto la tranquillità del paesaggio e fatto una passeggiata rinvigorente nei campi.
Oggi sono andato a Ganaghello da solo, poiché Lucia aveva delle cose da fare in casa.
Quando sono arrivato, ho notato con sorpresa che la catasta di masserizie che avevo raccolto e accatastato vicino alla stalla non c'era più. Il vecchio proprietario era venuto e l'aveva portata via, svuotando anche la parte della casa che dà a nord. Una bella sorpresa, davvero.
Ho iniziato una nuova catasta di masserizie con quello che ho trovato in giro per il giardino e per casa: vecchi giocattoli di plastica, tavoli di legno marci, qualche mobiletto... Mentre mi aggiravo per il giardino, ho tagliato ancora un po' dell'enorme pianta di fico che bloccava il cancello per arrivare a un casotto con altre masserizie. Ho avuto una lotta epica con una pianta di rovo, i cui rami e spine erano i più grandi che avessi mai visto.
Le stanze della zona a nord non sono più così spaventose senza i mobili, anche se sono completamente buie e incutono ancora soggezione. Ho deciso di affrontare il problema e di aprirle. La prima stanza aveva le imposte di una finestra inchiodate. L'altra finestra, per il momento, è dispersa sotto l'edera. Dopo un po' di armeggiare, sono riuscito a togliere l'asse inchiodata e ad aprire le persiane. Un refolo di aria fredda è uscito dalla stanza mentre i raggi di luce vi penetravano, portando un po' di vita in quel luogo dimenticato.
La seconda stanza aveva le imposte bloccate dall'edera, anche se erano individuabili. Con un po' di fatica, sono riuscito a liberarle e ad aprirle. Vi erano talmente tante ragnatele da sembrare quasi tende di seta, se non avessero fatto una certa repulsione.
Mentre rifornivo la nuova catasta di masserizie con altre cianfrusaglie, ho notato che il povero scheletro della volpe che frequentava la casa era ancora tra l'erba alta. Ho deciso di dargli finalmente riposo, seppellendolo in un angolo in fondo al giardino.
Alla fine, stanco ma soddisfatto, mi sono seduto sotto il portico della stalla e ho mangiato i panini che mi ero portato da casa, godendomi il paesaggio e la tranquillità. Dopo un po' di riposo, ho deciso di esplorare i dintorni e di fare una passeggiata tra i campi vicini. Devo dire che è stato veramente gradevole essere in mezzo a quel meraviglioso paesaggio che poco prima contemplavo.
Alla fine della giornata, stanco ma con il cuore leggero, sono tornato a casa, pronto a raccontare a Lucia i progressi fatti.