Ritorno a Ganaghello: tra entusiasmo e realtà, scopriamo crepe, escrementi di animali, bagni mal messi e tanto altro lavoro da fare. Stanze buie, persiane imprigionate dall'edera e un nido di vespe gigante. Nonostante il disastro, la casa e le sue strutture annesse emanano un irresistibile fascino e potenzialità. Dubbi e entusiasmo smorzato ci accompagnano mentre pensiamo ai numerosi lavori da fare.
Spinti dall'entusiasmo qualche giorno dopo decidemmo di tornare a rivedere la nostra casa.
Sì, ormai avevamo già iniziato a chiamarla "nostra".
Senza l'intermediario andammo a mettere il naso dove neppure l'immobiliare osava addentrarsi.
Santo cielo che sfacelo!
Un sacco di crepe. Escrementi di animali per terra. Un bagno distrutto. In uno c'era una perdita d'acqua. Alcune stanze erano così buie che ho avuto paura entrare e le persiane non potevano essere aperte perché all'esterno l'edera le ricopre completamente. Una stanza aveva la persiana chiusa e tra questa e il vetro le vespe avevano fatto il nido più grande che io avessi mai visto. Il pavimento di uno dei bagni era completamente coperto di vespe morte. In una stanza l'edera era riuscita a intrufolarsi all'interno.
Che disastro!
Eppure... Quello sfacelo, questo disastro era come una calamita. Quante potenzialità in quella casa, in quella stalla, nel silos, nel terreno che la cingeva.
Ce ne andammo con molti dubbi e con l'entusiasmo smorzato. Sigh!
Quanti lavori!