Troviamo un nuovo filo di speranza per il mutuo con un consulente finanziario che si mostra ottimista riguardo le possibilità di ottenere il finanziamento con banche più piccole che hanno processi decisionali meno rigidi.
La mattina era uggiosa, con il cielo grigio di gennaio a Milano.
Attendevamo in macchina con impazienza l'ora dell'appuntamento fuori dall'ufficio di un consulente con cui eravamo venuti in contatto recentemente, mentre un una pioggerella fine bagnava il parabrezza dell'auto. Avevano un nuovo filo di speranza.
Fummo accolti nel suo ufficio sobrio, decorato con una grande immagine di New York dietro la scrivania e alcune fotografie di familiari su un mobile vicino.
Iniziavamo ad essere più bravi a presentare la nostra situazione patrimoniale, che gli avevamo già anticipato via mail. Forse sentivano, più che nelle precedenti situazioni, che il consulente fosse dalla nostra parte e realmente interessato a supportarci.
Ci pose alcune domande per approfondire certi dettagli e richiese ulteriori documenti. Durante la conversazione, il nostro entusiasmo per il progetto che desideravamo avviare era palpabile.
Infine gli chiedemmo cosa ne pensasse. "Non vedo grossi problemi," disse lui "le grandi banche hanno algoritmi stringenti per la concessione dei mutui, ma in quelle più piccole, fino a una determinata somma, è il direttore della filiale a decidere e questo può giocare a nostro vantaggio."
L'unico intoppo poteva essere l'età (ahinoi non siamo più giovanissimi), che limita la durata del mutuo aumentando di poco la rata mensile. Ma in linea di massima era ottimista.
Ce ne andammo un po' più sereni, forse eravamo sulla buona strada.