Approfittando di un giorno libero, ho deciso di dedicarmi ai lavori di giardinaggio a casa. Fatica e muscoli doloranti, ma la bellezza del paesaggio rurale ha rinvigorito il mio spirito.
Mi sono svegliato presto perché volevo approfittare del mio giorno libero -Lucia, purtroppo o per fortuna, aveva impegni lavorativi- per portare avanti qualche lavoro a casa.
Deciso e carico di energia, ho preso la strada per Ganaghello, ma prima di immergermi completamente nei lavori di giardinaggio che avevo programmato, ho fatto una sosta da Tecnomat.
Dopo giorni di discussioni con Lucia, avevamo finalmente deciso di acquistare una carriola invece di un carretto a quattro ruote. La scelta era ricaduta sulla carriola principalmente per una questione di costi, ma anche per la sua praticità in spazi ristretti e terreni irregolari come il nostro.
Arrivato a Ganaghello, il sole già alto annunciava una giornata splendida, in netto contrasto con le piogge dei giorni scorsi che hanno lasciato il terreno umido ma lavorabile.
Ho iniziato il mio lavoro nell'aia, l'area tra la casa e la stalla, dove il muschio e l'erba si erano alleati per formare un tappeto verde e spesso. Armato di carriola e attrezzi, ho iniziato a rimuovere l'erba cresciuta sul muschio. Ogni ciuffo di erba strappato portava via con sé una zolla di muschio, un metodo efficace che speravamo potesse prevenire una rapida ricrescita.
La giornata, inizialmente fresca e piacevole, gradualmente si scaldava man mano che il sole saliva nel cielo. Nonostante la fatica, durante le mie sempre più frequenti soste, il paesaggio di Ganaghello, con i suoi vasti spazi aperti e la tranquillità rurale, era un potente tonico per lo spirito.
Verso il tardo pomeriggio, il mio corpo iniziò a lamentarsi per il peso del lavoro svolto. I muscoli doloranti e la stanchezza accumulata mi ricordarono, se per caso ce ne fosse stato bisogno, che non ero più abituato a un lavoro così manuale.
Ho guardato l'aia e per un attimo mi è sembrato che il mio lavoro fosse servito poco o niente, o per lo meno, che fosse una goccia nell'oceano. Ma non lasciai che lo sconforto prendesse il sopravvento.
Prima di lasciare Ganaghello, ho riposto la carriola al sicuro dentro casa, sperando che nessuno avesse l'ardire di rubarla. Poco ci mancava che le dessi anche il bacino della buona notte.
Mentre guidavo verso casa, sentii le mie "povere membra" sogghignare per come si sarebbero fatte sentire il giorno seguente.