Image for La carriola

Breve divagazione a proposito dell'acquisto della carriola.

Armato di buone intenzioni e una lista della spesa ben precisa, mi sono ritrovato a Tecnomat, ero lì per un acquisto cruciale: la carriola.

Ma avevo anche necessità di altre cosette. Così una mattina di maggio mi trovo a fare spese con muratori, elettricisti e altri professionisti dell'edilizia.

Dopo aver messo nel carrello lo spray anti-vespe e qualche altro articolo, mi sono avventurato alla ricerca della carriola. Ho chiesto a un commesso, che con un sorriso mi ha indirizzato al suo collega nel reparto accanto. Quest'ultimo, con un cenno vago della mano, mi ha suggerito di chiedere a un altro collega, che a sua volta mi ha rimandato al reparto del primo commesso. Dopo qualche quarto d'ora che giravo in tondo, ho finalmente capito di essere nel posto sbagliato: le carriole erano al "centro edilizia".

Mi feci una bella coda alla cassa per pagare le 4 carabattole che avevo preso tra veri professionisti e simpatici vecchietti (che sospetto fossero magut in pensione), ho ripreso la macchina, mi sono diretto all'altro stabile e ho riparcheggiato.

Avrei dovuto intuire che qualcosa non quadrava quando un signore di colore, mi ha aperto i cancelli d'ingresso, che avrei potuto tranquillamente aggirare, con un gesto teatrale. Mentre passavo il varco mi sembrava di sentire le fanfare, come se fossi parte di un corteo regale, e mi aspettavo che l'araldo iniziasse ad annunciarmi: "sua eccellenza il duca di Ganaghello Giorgio Borgonovo".

Dicevo, avrei dovuto intuire che qualcosa non quadrava, perché non lo fece.

Ma non ci veci caso, perché una volta dentro, come spesso capita a noi maschi in questi templi del fai-da-te, mi persi e persi la missione del tempo. Neanche fossi stato Percy Jackson all'Hotel Casinò Lotus di Las Vegas. Dopo aver vagato senza meta per un tempo che non saprei definire, mi sono ridestato quando ho finalmente avvistato l'agognata carriola. Ahimè, era appesa a tre metri di altezza. Alla cassa, un'inossidabile commessa a cui mi ero rivolto per trovare la soluzione, mi informò che dovevo chiedere a uno dei "ragazzi". L'espressione del suo volto era del tipo: "è ovvio, no? Come fai a non saperlo?!?" Ma per cortesia o per fortuna i muscoli facciali non erano connessi alla stessa interfaccia di quelli per l'emissione della voce.

Peccato che i "ragazzi" si aggiravano per il reparto su muletti e sembrava di essere Pacman dopo che ha preso lapower pill, ho dovuto intraprendere un inseguimento degno di una scena d'azione per intercettare uno di loro. "Puoi prenderla tu stesso dal corridoio in fondo," mi ha detto allontanatosi come uno dei fantasmi del gioco. E mentre si allontanava ha urlato: "E non dimenticare di farti dare le viti in cassa!" Non so se aggiunse altro perché ormai la sua voce era diventata un sussurro nel vento.

Finalmente, con tutti i pezzi della carriola in mano, mi diressi nuovamente alla cassa.

"Ce l'ha il bigliettino?" mi disse la stessa commessa inossidabile.

"Ehm, no... Quale bigliettino?" ho chiesto, confuso.

"Per la carriola, deve farsi fare il bigliettino dai ragazzi". Non ne sono certo ma credo che i suoi occhi abbiano guardato il cielo.

Uscii mesto all'idea di dover nuovamente inseguire un muletto, ma per fortuna il signore addetto ai controlli all'uscita si propose di farmi lui il "bigliettino".

Me ne andai dunque a recuperare la macchina facendo lo slalom tra i furgoni dei veri professionisti.

Quando tornai l'uomo mi diede un foglietto di carta con scritto CARRIOLA. No, sul serio, c'era scritto solo quello.

"Ecco vada in cassa a pagare con questo" lo ringraziai e mi diressi verso la cassa "e non dimentichi di farsi dare le viti" lo sentii aggiungere mentre la porta dell'ufficio di chiedeva alle mie spalle.

Così riuscii a pagare per la mia carriola. E mi feci dare le viti per rimettere insieme i pezzi.

Un consiglio per chiunque debba visitare il centro edilizia di Tecnomat. Entrate in macchina🛻. Non fate come me che sono entrato a piedi 🚶e mi ci sono perso dentro🤸 e poi sono dovuto uscire🏃 per recuperare l'auto...🚗

Epilogo. La storia dovrebbe essere finita qui. E invece no.

Con un certo livello di previdenza avevo portato con me la pompa per la ruota nel caso fosse stata sgonfia, come di fatto si dimostrò essere, e gli attrezzi per montare la carriola. Feci non poca fatica a montare la ruota che non ne voleva sapere di stare al suo posto come un ragazzino vivace non ha voglia di stare sui banchi di scuola. Anche il sufflaggio si rivelò ostico per la difficoltà a tenere il tubo della pompa in posizione con una mano e pompare con l'altra. Alla fine, sudato, accettai la pressione raggiunta anche se era un MVP (Minimo Valore Passabile). E per quel giorno me la feci andare bene.

Alcuni giorni dopo con me c'era anche Gabriele che era dotato di compressore. E con quello fu una passeggiata arrivare a una bella pressione della ruota.

Peccato che dopo pochi minuti la ruota fosse già sgonfia. Un nuovo giro di pompa mise in evidenza che la valvola della camera d'aria non teneva. La ruota, ottenuta con sudore e montata con fatica, era guasta e doveva essere riportata al negozio per chiederne la sostituzione.

Pochi giorni dopo mi presentai ai cancelli del reparto edilizia di Tecnomat, questa volta alla guida della mia carrozz... automobile, accompagnato dalla mia sposa. Salutai il giovane araldo all'ingresso con un cenno del capo, mostrando alla mia amata quanto io fossi avvezzo a quegli ambienti.

Parcheggiai la carrozz... aridaje... l'auto sotto il sole del mattino, lasciandola in custodia alla mia fedele, dolce metà e mi diressi a passo deciso alla cassa, con la mia bella ruota in mano, deciso a far valere le mie ragioni.

La solita, inossidabile commessa ascoltò quanto avevo da dire e con la più totale imperturbabilità mi disse: "deve chiedere il cambio a uno dei ragazzi".

Feci un cenno rassicurante a Lucia che mi vide attraverso il vetri dell'auto mentre mi allontanavo alla ricerca di un "ragazzo". Fortuna volle che riuscii a intercettarne uno che evidentemente era caduto dal muletto, prima che uno sciame di magut potesse fagocitarlo.

"Venga con me" mi disse tornando verso la cassa.

Dopo aver digitato qualcosa al computer si fece dare la ruota rotta e mi disse "ecco ora può andare a prenderne un'altra".

Mi sembrava troppo facile, ma era lieto che la cosa filasse così... liscia. Mentre passavo nuovamente davanti all'auto feci di nuovo segno a Lucia, che nel frattempo era scesa dall'auto e credo che stesse iniziando a familiarizzare con la fauna e la flora locale, "Tranquilla, tutto OK", mostrando il più rassicurante dei sorrisi che il mio volto poteva esprimere.

Tornai alla cassa con la mia ruota nuova e mentre ero nei dintorni della cassa che attendevo quieto quieto il mio turno notai un professionista dell'edilizia tutto trafelato con il telefono in mano "Perché non rispondono, ecco ti fanno urgenza e poi quando li chiami non ti rispondono". Camminava avanti e indietro nel negozio cercando di contattare non so bene chi con l'urgenza di un agente di borsa che deve vendere i suoi titoli al ribasso. Doveva cambiare dei materiali e aveva bisogno di sapere dal committente il colore che voleva, ma questo era irrintracciabile. Lo persi nelle nebbie della storia pensando che quello del muratore può essere veramente un lavoro stressante.

Ma tornando a noi. Mi trovai finalmente faccia a faccia con la commessa (quella inossidabile) "Si è fatto fare il reso?"

Lì per lì non capii. Credo che il mio cervello si rifiutasse di capire. "Ma. Il suo collega... Lei... Prima... Si ricorda?"

"Deve farsi fare il reso da uno dei ragazzi"

Sigh.

Uscendo incrociai lo sguardo di Lucia "Ci siamo quasi" le dissi non proprio convintissimo. Ritrovai il ragazzo e, prima che qualche UFO potesse rapirlo gli dissi del reso. "Venga con me" e tornammo alla cassa. In un attimo mi fece il reso "Ecco, ora può andare".

Uscii felice dall'ufficio, feci risalire in macchina Lucia e ci dirigemmo all'uscita dove l'addetto al controllo prese il foglietto, lo guardò e mi disse "Non le hanno fatto lo scontrino a zero, devono farle lo scontrino! Lascì lì la macchina e venga con me."

Tornai nuovamente alla cassa dove l'uomo con l'agilità di chi la sa fece fare l'ultimo documento necessario per il cambio della mia ruota. "Ecco, può andare".

Lo ringraziai profondamente, saltai in macchina e mi allontanai veloce prima che qualcuno mi dicesse che serviva qualche altro "bigliettino".

Mentre me ne andavo sentii in lontananza le imprecazioni del professionista dell'edilizia che urlava al telefono "Perché non rispondono?? Rispondimi!!". Ma ormai ero sulla via per Ganaghello.