Sorpresa e soddisfazione: il vecchio proprietario lascia la casa pulita, mentre noi affrontiamo nuove sfide. Scorpioni in fuga e porte marce rimosse, ci dedichiamo alla pulizia e all'ordine, affrontando anche il mistero del water mancante.
Percorrendo l'ultimo tratto di strada in salita verso la nostra piccola frazione fremevo nel vedere cosa il proprietario avesse portato via, immaginandomi che avesse lasciato la pila di robaccia che avevo raccolto e stipato dietro alla stalla.
Così fui sorpreso, svoltando sul tratto che la affiancava di non vederla. Fermai l'auto e saltai giù per andare a vedere lo stato della casa, mentre Lucia e Gabriele mi osservavano come se fossi impazzito. Mi aggirai per le stanze in silenzio, incredulo. Il vecchio proprietario non solo aveva finito di portare via tutti i vecchi mobili, ma aveva anche dato una spazzata ai pavimenti, togliendo così gli escrementi di animali e le cianfrusaglie che c'erano in giro.
Ero colpito ed ammirato. Ancora un volta apprezzai con rispetto la serietà con cui lavora il contadino. Sinceramente non ci aspettavamo di trovare la casa così pulita; intendiamoci, non era pulitissima, ma era molto più presentabile di quanto fosse la settimana scorsa.
Con Gabriele ci mettemmo subito al lavoro. La prima sfida della giornata che affrontammo fu una vasca di cemento, un cilindro di circa ottanta centimetri di diametro, piena di mattoni, sassi e acqua: una vera e propria nursery per zanzare. Era incredibilmente pesante, e il contenuto la rendeva ancora più difficile da maneggiare.
Con il piccone, riuscimmo a fare un buco sul fianco della vasca. Ad ogni colpo il piccone vibrava e una scheggia di cemento saltava via. Finché scheggia dopo scheggia, si formò un forellino da cui uscì immediatamente un fiotto d'acqua, creando un piccolo torrente che si riversò sul terreno. Continuammo a lavorare sul buco fino a quando tutta l'acqua non fu fuoriuscita. Anche una volta rimossi i mattoni e i sassi, tuttavia, la vasca era ancora troppo pesante per essere mossa. Allora presi una lunga asse e la usai come leva, mentre Gabriele aggiungeva spessore sotto al fulcro.
"Datemi una leva vi sollecito il mondo” disse una volta in tale.
Con un po' di sforzo e molta pazienza, riuscimmo finalmente a sollevarla abbastanza da metterla sul fianco. La sensazione di sollievo e soddisfazione fu immensa.
Dopo questa impresa, ci dedicammo alla zona anteriore della casa. Buona parte dell'intonaco sulle pareti era ammalorato e doveva essere rimosso. Con il mio Mjöllnir, un piccola mazzetta da un chilo che comprai quando mi occupavo dell'ispezione e manutenzione delle gallerie dell'Autocamionale della Cisa, iniziai a colpire le pareti, facendo cadere pezzi di intonaco che si sbriciolavano al contatto. Ogni colpo sollevava una nuvola di polvere, ma poco alla volta, la superficie della parete cominciava a liberarsi dalle parti danneggiate. Raccogliemmo le macerie in secchi e le portammo fuori, rovesciandole in un punto che abbiamo deciso debba diventare la nostra "montagnetta di san San Siro".
Alcuni scorpioni non apprezzarono i nostri interventi di manutenzione e scapparono infastiditi dai loro nascondigli. Ogni volta che ne saltava fuori uno Lucia gridava "Scorpione!" e il mio compito diventava quello di convincerli a salire sulla pala per spostarli in qualche zona del giardino dove non potevano arrecarci danno.
C'erano anche delle porte ormai marce che facevano brutta figura di sé, mezze storte appese a un solo cardine e rimuovemmo anche quelle.
Dopodiché, ci dedicammo alla pulizia del pavimento, che era coperto di sabbia e polvere. Con scope e palette, spazzammo via tutto, rendendo l'area molto più ordinata.
In bagno, la situazione non era migliore. Il vecchio lavandino era spezzato nell'orgoglio e nella forma e doveva essere rimosso. Con un po' di fatica, riuscimmo a staccarlo dalla parete e a portarlo fuori.
Poi ci occupammo del buco del water mancante. Sì, non chiedetemi come sia possibile che qualcuno si sia portato via il water ma era proprio così, al suo posto era rimasto un tenebroso foro circolare nel pavimento da cui ci immaginavamo potessero uscire branchi di topi mannari che organizzavano festini nelle stanze della nostra casetta. Decidemmo quindi di trovare qualcosa per coprirlo e chiuderlo temporaneamente per evitare che diventasse un'altra fonte di problemi in attesa di installare un nuovo vaso.