Image for Golden hours

Il rumore del decespugliatore riempiva l'aria mentre Gabriele, con cappellino, bandana, maglietta bianca e stivali di gomma, tagliava l'erba alta dell'aia vicino alla tettoia. Luisa, con un cappello di paglia in testa, rastrellava l'erba tagliata e la portava via con la carriola. Io, nel frattempo, raccoglievo pezzi di legno e assi marci nascosti tra l'erba, liberando l'area prima che passasse il decespugliatore. Di tanto in tanto rubavo la carriola a Luisa per portarli dietro alla stalla, dove stavamo ammassando tutto quello che dovrà essere portato in discarica.

Mentre noi ci dedicavamo all'aia, Lucia stava dando una ripulita alla zona ovest della casa. Prima o poi dovremo deciderci a dare un nome alle varie aree della casa, non possiamo continuare a chiamarle nord, sud, est ovest! Finalmente, Lucia ha rimosso il nido di vespe gigante che si trovava a ridosso di una delle due finestre del balcone. Alla fine, la finestra era tutta pulita e il balcone aveva un aspetto molto più accogliente.

Dopo pranzo, stavo per ricominciare a tagliare l'erba dell'aia, ma nel mettere in moto il decespugliatore lo impugnai male e ruppi la manetta dell'acceleratore. "Mannaggia a me! Mannaggia, mannaggia," esclamai frustrato.

Non potendo più procedere con il taglio dell'erba, decidemmo di ripulire il tratto con il pavimento cementato sotto la tettoia. Dopo aver rimosso terra ed erbacce, trovammo un tombino. "Cosa sarà?" ci chiedemmo. Lavorando con piccone e pala per pulirne il contorno e fare leva, riuscimmo ad aprirlo. E così scoprimmo la cisterna di cui mi aveva parlato Pietro. A cosa servirà? Da dove prenderà l'acqua? Dove la darà? Un nuovo mistero da approfondire.

Mentre lavoravamo, si alzò un gran vento. Le previsioni davano temporale. Così interrompemmo i lavori e ne approfittammo per fare il punto sui lavori da fare.

Poi, con Gabriele, esaminammo i lavori per rendere usabile il bagno sud. Vi ricordate quello completamente malridotto e senza il water? Potrebbe diventare il primo da sistemare per rendere la casa fruibile e iniziare a invitare gli amici per una grigliata: non possiamo mica dire a tutti di fare i loro bisogni dietro a un cespuglio, no?

Durante il giro della casa per vedere i lavori, notammo un altro tombino di cemento di fianco alla casa. Anche in questo caso lavorammo di leva con il piccone e riuscimmo ad aprirlo. Dentro c'erano i contatori dell'acqua. Sì, al plurale, non uno, ma ben tre contatori. Erano piombati e chiusi dal 2008. Ero incerto se richiamare la società che gestisce l'acquedotto per annullare l'appuntamento, ma forse è meglio che vengano lo stesso per capire perché erano tre e dove portavano l'acqua.

Infine, facemmo un sopralluogo nell'appartamento ovest per vedere i lavori necessari per renderlo utilizzabile. In particolare, verificammo lo stato degli impianti dove dovrà esserci la cucina.

Dopo tutto quel lavoro, ci concedemmo un po' di relax sotto il portico della stalla. Il sole era tornato a splendere, alla fine non aveva piovuto. Mentre mi godevo la vista, riflettei sul fatto che mentre prima preferivo essere seduto guardando il paesaggio, ora non mi dispiaceva guardare la casa, il cui aspetto stava migliorando di volta in volta.

Mentre la osservavo, mi domandai come mai non avessi ancora aperto la persiana sul lato della stanza che aveva la finestra con il nido di vespe. D'impulso, come attratto da una invisibile forza magnetica, mi alzai e andai su ad aprirla. Scostai un po' di ragnatele, faticai un po' a tirare il fermo, ma alla fine l'anta si aprì. Il sole, ormai sul lato della casa dove si affacciava la finestra, inondò l'ambiente di luce.

La stanza, inizialmente buia e sporca, era ora pulita e luminosa. Sarebbe stata una bellissima camera da letto. E la vista sulle colline dal balcone era magnifica. Mi immaginai fare colazione con Lucia al mattino sul terrazzino, con caffè e qualche biscotto.

Nel tardo pomeriggio, Gabriele e la sua famiglia partirono per tornare a casa, mentre Lucia ed io ci fermammo a goderci un po' la pace della golden hour, mentre fantasticavamo sul passare l'estate a Ganaghello.

Meraviglioso!