Image for La porta

Il display di colore azzurro dell'orologio del forno illuminava tutta la cucina nel buio della notte, segnava le 3 e 12 minuti. Era già la terza volta che mi alzavo: all'una, alle due e adesso alle tre. Mangiavo un biscotto, bevevo mezzo bicchiere d'acqua e tornavo a letto sperando di dormire. Ma niente. Cercavo di affrontare la questione scientificamente, cercando i sintomi della mia insonnia, ma non ne trovavo, era tutto OK. E, d'altra parte -che dire?- succede ogni notte precedente le visite a Ganaghello.

Le diagnosi dunque può essere presto fatta, ogni volta sono eccitato come un bambino la sera prima di Natale.

Era troppo tardi per un sonnifero, la sveglia avrebbe suonato tra poche ore. Mi accontentai di una compressa di valeriana e riuscii a fare qualche ora di sonno.

Lungo la strada, mentre le risaie scorrevano attorno a noi, con Lucia definimmo l'ordine del giorno e concordammo che era il caso di passare da qualcuno che vendeva infissi per cercare di sistemare la questione della porta d'ingresso.

Abbiamo quattro accessi alla casa e nessuno è in qualche modo chiudibile. Quello più utile, che porta al piano superiore è bloccato dal pavimento, le cerniere sono arrugginite e il legno del telaio sembra messo molto male. La porta in sé, vorremmo conservarla perché esteticamente non è male, ma richiederà del tempo per poterla rimettere in sesto.

La soluzione migliore, per il momento, potrebbe essere quella di mettere una seconda porta in cima alle scale.

Il propietario del negozio, lungo la vita principale di Castel San Giovanni, era un signore cortese che, con il modo di porsi, dimostrava voglia di essere d'aiuto. Gli esponemmo il nostro problema e lui, dopo averci mostrato com'è fatta una porta ci spiegò che il nostro, manco a dirlo, era un caso speciale: il passaggio dove vorremmo mettere la porta è largo 86cm, ma con il telaio resta poco spazio per la porta vera e propria che non avrebbe dimensioni standard.

"Se non volete spendere troppo, vi conviene chiedere a un fabbro" e ce ne consigliò uno non molto lontano.

Da lì a poco avevamo in programma un appuntamento con un'altra impresa -questa è l'ultima, prometto- per il consolidamento del terreno, non avevamo perciò il tempo di andarlo a visitare, ma ci dirigemmo verso casa.

Mi feci trovare davanti all'ingresso sulla strada quando il tecnico parcheggiò l'auto e gli diedi il benvenuto. Era alto e magro, con un sorriso serafico incastonato in un grande volto ovale.

Lo accompagnai nella visita della casa mostrando i punti più critici. Nelle visite precedenti mi facevo qualche remora a mostrare le zone che mi preoccupavano di più, non tanto perché temessi che potessero comportare notizie troppo brutte, che avrei incassato con difficoltà, quanto piuttosto per una sorta di vergogna personale, come se le crepe potessero essere in qualche modo dovute a una mia colpa.

Ma mentre proseguivamo il nostro giro, mi resi conto che lui stava commentando lo stato della casa, minimizzando l'entità delle nostre crepe. C'è molta umidità dovuta in parte alle modalità costruttive, ma anche allo scarso drenaggio delle acque intorno casa e al fatto che è stata disabitata per molti anni.

Inizio a pensare di essermi fatto più paranoie del dovuto, ma forse è meglio così, no?

"Le farò avere il preventivo nei prossimi giorni"

Gli chiesi una stima di massima dei costi. La cifra che ipotizzò era la più bassa tra tutte quelle che avevo sentito finora. Mi spiegò che a suo parere non era necessario eseguire il consolidamento di tutta l'impronta dei muri portanti, ma solo in alcune zone. E che per un lavoro di quel genere servivano circa tre giorni di lavoro.

Mi faceva piacere sentire una cifra non eccessivamente alta, anche se non so se mi ha convinto del tutto il discorso di fare un consolidamento parziale. D'altra parte, la garanzia di 10 anni poteva essere abbastanza per verificare che il lavoro sia sufficientemente ben fatto.

"Che facciate subito il lavoro oppure aspettiate, la prima cosa che farei è quella di tenere lontano l'acqua, soprattutto quella dei pluviali"

Era un punto che avevo già sentito e che mi spinge, sempre più spesso, a pensare come progettare l'intervento per raccogliere le acque. Il problema non è tanto come farlo, ma dove buttare le acque che raccogliamo.

Quando se ne andò tornammo a Castel San Giovanni in cerca del fabbro e in macchina commentammo la questione del consolidamento.

"È un lavoro che dovremo fare, ma per il momento secondo me può aspettare."

"Sono d'accordo, la casa è sicura. Però dobbiamo iniziare a pensare a sistemare le crepe"

"...e le grondaie"

Con le indicazioni che avevamo trovammo il capannone dove il fabbro aveva il suo laboratorio. Sulla porta un uomo con i capelli brizzolati, il pizzetto grigio e un piglio da artista stava lavorando a una grande ringhiera per una rampa di scale appesa al soffitto. Era alto e magro, ma non sembrava muscoloso come mi immaginerei un fabbro impegnato a battere con un martello su un'incudine.

"Buon giorno, avremmo bisogno di un fabbro per una porta di ferro"

Gli spiegammo le nostre necessità, sottolineando che avrebbe dovuto essere una cosa temporanea (sottintendendo che non volevano spendere una fortuna), con un sorriso ci accompagnò nel suo laboratorio spiegandoci la soluzione che poteva proporre. Sarebbe stata una porta con la parte superiore di vetro con delle sbarre per garantire la sicurezza. Anche se mi piaceva l'idea del vetro, che avrebbe permesso alla luce di filtrare, non mi faceva impazzire l'idea delle sbarre. Così ci fece vedere diversi tipi di sbarre, per farla sembrare meno "prigione". Inoltre ci disse che ci avrebbe fatto un preventivo anche per la porta intera, senza vetro, in modo da decidere quale che preferivamo.

Ci lasciamo con la sua promessa di mandarci il preventivo. Speriamo che il prezzo sia adeguato...