Image for Un barbecue e una stalla pulita

Mentre guidavo il grosso furgone carico lungo la statale riflettevo su quante cose fossero successe negli ultimi due mesi. Il cielo grigio che si rifletteva sulle risaie ai lati della strada mal interpretava il mio buon umore. Con Federico al mio fianco, stavamo portando a Ganaghello i primi mobili, decisamente troppo presto rispetto ai programmi che avevo in mente. Troppo presto anche considerando lo stato della casa, che non aveva neppure una porta di ingresso chiudibile. Ma ho imparato che raramente le cose vanno secondo i piani e bisogna imparare a cambiarli assecondando gli eventi. Una coppia di amici ci avevano fatto una proposta che non potevamo rifiutare: stavano cambiando casa e in quella nuova non avevano bisogno della loro vecchia cucina e così ce la potevano regalare.

Nel furgone, In aggiunta, avevamo il nuovo barbecue, simbolo della prima fase del Ganaghello project, alcune sedie di plastica, un tavolo e un letto che avevamo recuperato in soffitta.

Sebbene troppo presto per gran parte di questo mobilio, mi faceva pensare al fatto che stavamo facendo progressi e questi mobili erano le basi per la seconda fase, quando finalmente potremo fermarci a dormire e cominciare a considerarla "casa".

Scendendo dal furgone lessi un messaggio di Gabriele che mi informava che stavano partendo. Era piuttosto tardi e immaginai che avessero avuto qualche difficoltà, facendo i conti pensai che, con Luisa e Rossella, sarebbero arrivati per l'ora di pranzo.

Avevamo cominciato da poco a scaricare il furgone che sentimmo il rumore di un'auto che percorreva lo stradino accanto alla stalla. Mi stupii di vederli arrivare e solo allora mi resi conto che il messaggio che avevo appena letto, era di molto tempo prima.

Il loro arrivo, come accade sempre, fu un'iniezione di energia al lavoro che stavamo facendo. In poco tempo il furgone fu quasi completamente vuoto e mentre guardavo cosa ancora dovesse essere scaricato il rumore di un'altra auto che si avvicinava si fece man mano più forte. Riconobbi il suono della nostra Peugeot, erano Lucia e Letizia che arrivavano dopo essere passate da Tecnomat a ritirare la nuova motosega.

Terminato di scaricare tutti i mobili era quasi l'ora di pranzo e ci dividemmo i compiti. Lucia e Luisa pensarono a preparare tavolo e sedie. Letizia cominciò a montare il barbecue mentre Federico e Gabriele si dedicarono a mettere insieme i pezzi della motosega. Dal canto mio giravo dall'uno all'altro gruppo combattuto tra il senso di dovere di dar da mangiare a ospiti e figli, quindi di aiutare Letizia a montare il barbecue per metterlo al più presto all'opera, e quello del piacere di vedere la motosega in funzione, per cominciare a tagliare i rami più importanti degli ailanti e dei fichi.

Ovviamente la precedenza doveva averla il barbecue che una volta pronto doveva essere acceso. Ci volle del tempo perché avevamo pensato alla carbonella, ma non a "facilitatori" di accensione (leggi diavolina) e dovemmo arrangiarci con quello che la casa aveva da offrire per fare la prima brace.

Mentre una leggera pioggerella cominciava a cadere ci sedemmo intorno a una ricca tavola dove ci godemmo un'ottima grigliata a base di salamelle, wurstel e peperoni. Conclusa con un buon dolce al cioccolato di Luisa. (n.d.r. Lettore sii avvisato, ci faremo sentire non appena potremo organizzare una grigliata per tutti).

Dopo un pranzo che definirei luculliano -cosa vi devo dire, io amo le grigliate a base di salamella- per smaltire inaugurammo la motosega. Per rispetto, Gabriele e Federico, lasciarono a me la prima accensione e il primo taglio. E così il primo ramo di ailanto cadde, seguito a breve da un robusto ramo di fico.

Ma si sa che le battaglie si combattono con avversari che pongono in essere tutte le strategie possibili per la vittoria, così la loro battaglia per la sopravvivenza ci ha spinto a dimenticare che la motosega non ha bisogno solo di carburante, ma anche dell'olio per la catena. Pochi secondi dopo i primi tagli la catena tendeva a bloccarsi. Ignoranti, non ne capivamo la ragione, finché non sorse il dubbio, che -forse- il secondo serbatoio poteva avere una qualche utilità. Fu solo allora che la nostra cultura sui grandi attrezzi da lavoro si ampliò ulteriormente leggendo quell'inutile, sconosciuto tomo che costituisce il libretto di istruzioni, redatto in quarantotto lingue, tra cui perfino l'italiano. Il quale recitava testualmente "non usare mai la motosega senza l'olio per la catena". Aggiungeva anche l'ulteriore informazione che era bene fare il pieno di olio e carburante contemporaneamente: essendo che il serbatoio del carburante consentiva un'autonomia inferiore a quello dell'olio, in modo da garantire che quest'ultimo fosse sempre pieno.

Il nostro divertimento finì presto. Non avevamo pensato a questo liquido misterioso e dovemmo rassegnarci a interrompere le nostre attività di riduzione delle indesiderate piante.

Se il divertimento si imbatté in una battuta di arresto non si può dire lo stesso dell'entusiasmo della compagnia.

Letizia e Federico, si impossessarono della meravigliosa 🤩 ramazza che avevamo acquistato al consorzio (ricordi? leggi qui) e fecero a gara nel ripulire la stalla da polvere e sabbia e altre scorie di varia natura. L'idea è di usare questo spazio per organizzare eventi e mentre vi camminavo dentro potevo sognare le feste e i banchetti che vi terremo. Potete capire l'emozione che provavo immaginandovi il ballo di Belle e della Bestia nel loro film: io al centro di quel grande ambiente ripreso da una fotocamera che mi fluttua in cerchio attorno. Sognavo le finestre con i vetri da cui si intravedeva il paesaggio agreste, i muri dipinti di bianco e le luci perfette, mentre persone felici godevano di quello spazio. Ero commosso.

Ma un bel locale può fare brutta impressione se l'ingresso non è adeguato. Questo devono aver pensato Luisa e Lucia quando si misero a ripulire davanti all'ingresso da tegole rotte, piccole macerie ed erbacce.

Quando entrambe le squadre avevano finito il loro lavoro, l'impressione era di qualcosa di completamente trasformato, del tutto nuovo.

Le nuvole della mattina avevano lasciato il posto a un bel sole tiepido. La giornata si era finalmente decisa ad allinearsi al mio umore. Felice.